Bastet

Da WikiFur.
Interpretazione moderna di Bastet, ispirata dai geroglifici del Nuovo Regno.

Nella religione egizia, Bastet o Bast era la divinità umanoide, con un corpo umano femminile e la testa di gatto, simboleggiante il calore benefico del Sole e quindi venerata per la sua potenza, la sua forza, la sua bellezza e la sua agilità. Centro del suo culto era la città di Par Bastet, dove - secondo Erodoto - si svolgevano anche dei festeggiamenti periodici in onore della dea, comprendenti processioni di barche sacre e riti orgiastici; in tale luogo è stata anche rinvenuta una necropoli di gatti sacri mummificati, con relativo tempio.
Secondo i Testi delle piramidi, Bast è la sorella di Sekhmet, dea dalla testa di leone.

Conosciuta ancora oggi come uno degli dèi piu' famosi dell'Antico Egitto, la sua effigie viene utilizzata, in chiave feral, antropomorfa od umanoide, come personaggio in film, cartoni animati, fumetti e videogiochi prodotti sia all'esterno che all'interno della sottocultura furry.

Fisionomia[modifica]

A partire dalla II Dinastia, Bastet venne raffigurata come un gatto selvatico del deserto oppure come una leonessa feral, tanto che era confusa od assimilata a sua sorella Sekhmet. Venne rappresentata esclusivamente come un felino domestico solo intorno al 1000 a.C.
Da quando i Greci identificarono Bastet con Artemide, questa fu raffigurata comunemente o come donna con la testa di una gatta.

Culto[modifica]

Alle origini Bastet era una dea del culto solare, ma col tempo venne associata anche al ciclo lunare sotto influenza del popolo greco. Oltre a cio', la dea divenne anche protrettrice della fertilità, maternità, profumi ed unguenti.

E' anche strettamente collegata ad un forte culto che gli antichi egizi praticavano verso i gatti in genere, comunemente ritenuti la possibile forma, detta ipostasi, dell'apparizione di Bastet. Gli egizi difatti addomesticarono quelli che vivevano ai confini del delta del Nilo, originariamente per debellare i topi che infestavano i granai. In seguito, col passare del tempo, non ci fu casa o tempio od edificio che non registrasse la presenza di almeno un gatto, tenuto peraltro con ogni cura. Quando uno di questi felini moriva, si dice che il padrone usasse radersi le sopracciglia in segno di lutto per l'animale e di rispetto nei confronti della dea.

Il culto di Bastet raggiunse una diffusione tale che il gatto in Egitto era protetto dalla legge: era vietato fargli del male o trasferirli al di fuori dei confini del regno dei faraoni e chi violava tali disposizioni era passibile di pena di morte. Nonostante le leggi egizie proibissero l'esportazione dei gatti, ritenuti animali sacri, i navigatori fenici li contrabbandarono fuori del paese, facendone oggetto di commercio insieme ad altre merci preziose. Furono poi i Romani a portarli per primi nelle isole britanniche.

Nella sottocultura furry[modifica]

Un fursuit di Bastet.

Nella sottocultura furry l'aspetto felino di Bastet ha suscitato, sin dagli esordi della sottocultura, un particolare interesse per i furry fans; vari artisti l'hanno rappresentata in versione piu' animalesca, con un corpo umanoide ma ricoperto di pelo e postura digitigrade delle gambe, su illustrazioni singole o sequenziali che sono state spesso oggetto di aste negli art show di varie conventions. In queste illustrazioni, il pelo di Bastet varia da completamente nero a ramato[1] o striato[2].

Oltre alla rappresentazione della dea in sè, i furry fans utilizzano l'aspetto di Bastet, in particolar modo la sua specie, la forma del muso, il colore del pelo ed i decori in stile egizio, per la creazione di fursona o personaggi secondari, i quali possono differirsi da essa per una serie di caratteristiche (aggiunta di capelli, vestiti, ali od altri dettagli). In tal caso, è anche possibile incontrare rarissimi personaggi maschi ispirati a Bastet[3] od ibridati con altre specie o personaggi, in genere leoni o altri grandi felini per riportare macchie o strisce (tipiche di leopardi e tigri) sulla sua pelliccia[4].
In altre occasioni invece, il nome "Bastet" è solo utilizzato per nominare personaggi felini femmina che non hanno altre correlazioni con la dea egizia.

Vedi anche[modifica]

Link esterni[modifica]

Referenze[modifica]

  1. Charm of Bastet, Skyler-Ragnarok su Fur Affinity.
  2. Bastet has claws, Miyabita Cheetah su Fur Affinity.
  3. I'm just here thinking stuff, Kaenn su Fur Affinity.
  4. Bastet and Carter, Tato su Fur Affinity.