Charlie: Anche i cani vanno in Paradiso

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Copertina del VHS americano.

Charlie: Anche i cani vanno in Paradiso (titolo originale: All Dogs Go To Heaven) è un lungometraggio animato di genere drammatico e azione, diretto da Don Bluth e prodotto dalla compagnia statunitense Sullivan Bluth Studios nel 1989. Ha come protagonisti cani feral di varie razze e personaggi umani secondari.

Sebbene non abbia registrato lo stesso successo de Alla ricerca della Valle Incantata, Fievel sbarca in America o Brisby E Il Segreto Di NIMH quando è stato presentato nelle sale cinematografiche[1], è diventato comunque uno dei film "cult" di Don Bluth, amato dai furry fans apassionati di animali feral. Ha registrato piu' vendite nelle distribuzioni di VHS, permettendo ad altri registi di produrre un sequel ed una serie televisiva animata. Sul versante critico, il sito aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes lo registra con un voto complessivo del 50%[2], mentre i critici Gene Siskel e Roger Ebert, in una puntata del loro show televisivo At the Movies, espressero rispettivamente un giudizio negativo per le scene violente, ed un giudizio positivo per la qualità d'animazione.

Trama[modifica]

A New Orleans nel 1939, il furfante Charlie, un pastore tedesco feral e randagio, fuggito dal carcere canino insieme all'amico e collega di "lavoro" bassotto Itchy, si precipita alla bisca clandestina che gestiva insieme al suo vecchio socio bulldog Carface per avere da questi la sua parte di utili. Il socio si è infatti misteriosamente arricchito durante la prigionia di Charlie ma non vuole affatto dividere con lui e, fattolo ubriacare, lo uccide con l'aiuto del suo scagnozzo Killer.

Così Charlie si trova nel Paradiso dei cani, dove lo accoglie la deliziosa whippet rosa Annabelle. Quando però capisce d'essere morto perché l'orologio della sua vita si è fermato va su tutte le furie, riesce a rimetterlo in moto e a tornare quindi vivo sulla terra, mentre la levriera gli grida che per via di quel gesto non potrà più tornare in Paradiso.
Charlie vuol vendicarsi di Carface e scopre come questi si è arricchito: tiene infatti prigioniera una bambina orfana, Anne-Marie, capace di parlare con gli animali e perciò di sapere in anticipo chi vincerà le corse. Riuscito prontamente a liberarla, Charlie decide di unire le forze con la piccola per guadagnare soldi da dare in beneficenza agli orfani e per trovarle una famiglia. In realtà il cane vuole principalmente sfruttarla come faceva Carface e subito, vincendo moltissimo denaro, diventa padrone di un favoloso locale notturno. Nonostante questo, egli tratta Anne-Marie decisamente meglio di quanto non facesse Carface: leggendole favole prima di andare a dormire, dandole bacini della buonanotte (molto controvoglia), facendola dormire in letti comodi, nutrendola, dimostrandole pazienza e perfino comprandole vestiti nuovi.

Con il passare del tempo Charlie si affeziona davvero ad Anne-Marie, decidendo di mantenere un giorno le sue promesse. Incontrano infatti una coppia facoltosa senza figli, Harold e Kate, che Anne-Marie vede come potenziali genitori adottivi. Preso da un impeto di avidità, Charlie ruba di nascosto il portafogli ad Harold e la ragazzina, indignata dal gesto del cane, lo riporta al legittimo proprietario. La coppia molto gentile accetta di tenere la bambina con sè.

In seguito pero', Carface riesce a rapire Anne-Marie. Mentre Itchy va ad avvertire Harold e Kate, insieme ad altri cani. Charlie raggiunge il covo di Carface dove gli ha teso una trappola: con la bambina gia' in gabbia, fa legare Charlie ad un'ancora deciso ad affogarlo nelle acque del Mississipi. Solo l'intervento di un alligatore canterino ribalterà la situazione salvando Charlie dall'annegamento e liberando Anne-Marie. Ma durante lo scontro tutto il covo va in fiamme ed Anne-Marie, indebolita e quasi priva di sensi, cade in acqua; Charlie si tuffa per salvarla e nel farlo perde il suo orologio della vita, che si riempie d'acqua e si blocca, segnando la fine del cane pastore.

Anne-Marie riesce a tornare a casa di Harold e Kate con Itchy che la adottano definitivamente; Charlie le appare sottoforma di angelo, soprendentemente accettato ancora una volta in paradiso perchè, sacrificandosi per la bambina, ha compiuto un gesto degno di un angelo.

Personaggi principali[modifica]

  • Charlie B. Barkin: Un cane pastore randagio, all'inizio piuttosto meschino, egoista, subdolo e avido (anche se non malvagio come il suo socio Carface), Ma anche con un grande amore per la vita, tanto da rinunciare al suo posto in Paradiso pur di tornare vivo sulla terra. Riesce ad arricchirsi grazie alla prodigiosa Anne-Marie. Affezionandosi in seguito alla bambina, diventerà più cordiale, leale, altruista e generoso; pur non rinunciando del tutto a molti dei suoi difetti che lo contraddistinguono.
  • Itchy Itchiford: Un cane bassotto nervorotico e cordardo ma molto fedele, è il miglior amico-socio di Charlie.
  • Carface Caruthers: Un bulldog gangster avido quanto Charlie ma, a differenza sua, perfido, crudele, spietato, senza cuore e piu' propenso ad uccidere chiunque gli sia d'ostacolo.
  • Anne-Marie: Una dolce bambina orfana con l'abilità di comunicare con gli animali.
  • Anabelle: Un Whippet rosa a guardia del Paradiso dei cani. Si occupa di accogliere i cani che vi arrivano. Il suo nome verrà rivelato solo nel sequel.
  • Killer: L'antagonista secondario del film, e il braccio destro di Carface. Nonostante il nome, è un vigliacco e anche piuttosto incapace, più di quanto non lo sia Itchy. Alla fine del film porta in salvo Anne-Marie, mostrando di avere anche lui un lato buono e generoso.
  • King Gator: Un alligatore di origine Cajun dal'aria e i modi un pò effemminati che vive nelle fogne, e ha al suo servizio una colonia di topi selvaggi. È un appassionato di canto e di musica. Rinuncia a mangiare Charlie dopo aver sentito la sua voce e diventerà un suo amico.
  • Harold e Kate': Una giovane coppia sposata senza figli che alla fine adotterà Anne-Marie.

Curiosità[modifica]

  • Per la parte di Charlie, Don Bluth aveva in mente Burt Reynolds fin dal principio, infatti il personaggio è stato pensato per somigliare all'attore e nello svilupparlo gli hanno dato alcune delle sue caratteristiche e del suo linguaggio corporeo. Reynolds accettò di buon grado perché gli piaceva lo script e perché entusiasta di lavorare al fianco del suo vecchio amico Dom DeLuise con il quale aveva recitato in molte commedie. Molte battute di Charlie e Itchy sono state improvvisate dal duo.
  • Per animare Charlie, Don Bluth e il suo staff hanno usato come modello un pastore tedesco adottato dalla troupe e chiamato appunto Burt in riferimento allo stesso Reynolds.
  • Sia Reynolds e DeLuise che Tayback e Reilly (doppiatori di Charlie e Itchy e di Carface e Killer) hanno doppiato i loro personaggi insieme.
  • Loni Anderson, che doppia la cagnolina Flo, all'epoca del film era sposata con Burt Reynolds e il suo sogno da bambina era proprio di partecipare a un film d'animazione.
  • Nella versione originale, Charlie, dopo aver scoperto di essere morto doveva inizialmente dire la frase "Damned Carface, I'll kill him!". La parola damn fu tuttavia rimossa dall'audio (ma è possibile udirla nella soundtrack ufficiale del film e Charlie muove comunque la bocca come se lo stesso dicendo) perché considerata una parolaccia nel vocabolario inglese. In italiano la frase è stata lasciata intera perché "maledetto" (la traduzione di damned) non è considerata una parolaccia nella nostra lingua.
  • Carface, in origine, doveva chiamarsi Scarface, in riferimento al famoso film di Al Pacino, ma il suo nome fu abbreviato per evitare conseguenze legali.
  • Nel libro del paradiso di Annabelle alla voce Charlie si può leggere che i nomi dei suoi genitori sono Burt e Loni, in riferimento al suo doppiatore Burt Reynolds e a Loni Anderson, allora moglie di questi.
  • In origine, la scena in cui Charlie sogna di andare all'Inferno doveva essere ancora più terrificante: oltre a quello che si vede nel film, il mostro traghettatore delle anime doveva mostrarsi in un'inquadratura ravvicinata e il mastino infernale, dopo essersi formato dalla sua forma di fuoco, si avvicinava a Charlie sguazzando nella lava, ghignando e dicendo "Ora sei mio!", mentre digrignava le zanne piene di lava; per poi rialzarsi con una risata malefica e trionfante prima di sputare fiamme. Le scene furono in seguito rimosse perché giudicate troppo spaventose. Don Bluth possiede la versione senza tagli ma ad oggi la Metro Goldwyn Meyer (casa di distribuzione del film) non ha ancora autorizzato l'uscita di una director's cut.
  • Nella medesima scena, nella versione italiana del film sono stati rimossi i lamenti di dolore di Charlie e la voce del diavolo che, prima della fine dell'incubo gli ripete: "Non puoi più tornare indietro", proprio come Annabelle.
  • Un altro elemento tagliato, sempre perché giudicato troppo estremo, riguarda la prima morte di Charlie: in origine la sagoma del suo corpo era vista volare via una volta colpita dalla macchina ma nel montaggio finale si vede solo la macchina che sprofonda in mare.

Vedi anche[modifica]

Link esterni[modifica]

Referenze[modifica]

  1. Anche i cani vanno in Paradiso su Box Office Mojo.
  2. All Dogs Go To Heaven su Rotten Tomatoes.