Esopo

Da WikiFur.

Esopo (Αίσωπος in greco, 620 a.C. circa – 560 a.C. circa) fu uno scrittore greco antico. Visse nell'epoca di Creso e Pisistrato ed era un grande scrittore di favole. E' famoso ed importante anche per la sottocultura furry in quanto i personaggi delle sue fiabe, che sono in gran parte animali senzienti, ebbero una grandissima influenza sulla cultura occidentale, dando luogo a quelli che ai giorni d'oggi sono i "luoghi comuni" degli animali, ossia "furbo come la volpe", "timido come il riccio", "forte come il leone" e tanti altri.

Biografia[modifica]

Della sua vita si ha una conoscenza soltanto episodica, basata su pochi riferimenti presenti nell'opera di scrittori di epoca successiva come Aristotele e Plutarco.
Secondo la tradizione, Esopo giunse in Grecia come schiavo. Sulle sue origini sono state formulate numerose ipotesi: tuttavia, l'ipotesi di una sua origine africana è oggi piuttosto accreditata; lo stesso nome "Esopo" potrebbe essere una contrazione della parola greca per "etiope". Inoltre, alcuni degli animali che compaiono nelle favole di Esopo erano comuni in Africa, ma non in Europa.
Si deve anche osservare che la tradizione orale di moltissimi popoli africani (ma anche dei popoli del Vicino Oriente e dei Persiani) include favole con animali personificati, il cui stile spesso ricorda molto da vicino quello di Esopo.

Visse alla corte di Creso, dove conobbe Solone. Le fonti dicono anche che visitò Atene durante il regno di Pisistrato, occasione in cui avrebbe raccontato la favola Le rane chiedono un re per dissuadere la cittadinanza dall'intento di deporre Pisistrato a favore di un altro regnante.

Secondo Erodoto, Esopo morì di morte violenta, ucciso dalla popolazione di Delfi. Erodoto non fornisce alcun indizio circa le cause di questo linciaggio, che nel tempo è stato spiegato da altri autori in vari modi (per esempio si è sostenuto che Esopo avesse offeso il popolo con il suo sarcasmo, o che avesse commesso un atto sacrilego). Sempre secondo Erodoto, alla morte di Esopo seguì una pestilenza che il popolo di Delfi interpretò come punizione divina per l'omicidio commesso.

Favole[modifica]

Esopo è considerato l’iniziatore della favola come forma letteraria scritta. Per "Favole di Esopo" si intende la raccolta di 358 favole contenute nell’edizione critica curata da Émile Chambry.
Si tratta di componimenti brevi, in genere con personaggi che sono animali personificati (ma sempre con anatomia feral), con lo scopo esplicito di comunicare una morale.

Molte di queste favole sono talmente celebri da aver acquisito nella cultura moderna il ruolo di proverbio; alcuni esempi sono La volpe e l'uva, La cicala e la formica, Al lupo! Al lupo! e La gallina dalle uova d'oro. Molte furono anche riadattate da grandi scrittori di fiabe (per esempio Fedro o Jean de La Fontaine).

Le favole di Esopo hanno principalmente uno scopo didascalico ed educativo. Gli exempla di Esopo sono magistrali nella loro piccolezza, riflettono infatti, in situazioni elementari, tutte le caratteristiche della vita reale. L’inganno, la verità, l’apparenza, la stoltezza e l’astuzia: queste caratteristiche astratte sono esposte di frequente in Esopo, ma tutte in correlazione con la morale finale, con un fine educativo.
Il valore educativo delle favole di Esopo spinse, sul finire del XVII secolo, il re di Francia Luigi XIV a far realizzare un labirinto alla Reggia di Versailles all'interno del quale si trovavano 39 fontane con statue a rappresentare alcune delle favole.

Vedi anche[modifica]

Link esterni[modifica]