I gatti di Ulthar

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Copertina del libro.

I Gatti di Ulthar è un romanzo di Howard Phillips Lovecraft scritto nel 1920.
La storia è ambientata ad Ulthar, città fittizia localizzata nei pressi del fiume Skai, nella quale una legge cittadina vieta severamente l'uccisione dei gatti. A Ulthar, infatti, i gatti sono dotati di un'intelligenza pari a quella degli esseri umani e possono parlare con le persone, facendo di essi creature feral.

Riassunto[modifica]

Il libro narra di una coppia di contadini residenti ad Ulthar che, pervasi da un odio viscerale per i gatti, catturavano quasti animali -domestici o randagi- per ucciderli. Sebbene la coppia non fosse vista di buon occhio dal resto degli abitanti, nessuno faceva niente per tentare di fermare la coppia che incuteva terrore a tutta la popolazione.
Un giorno arriva nella città una delle tante carovane di nomadi di passaggio per il deserto; uno dei passeggeri, un bambino chiamato Menes, ha come animale domestico un gatto nero, che durante la loro sosta ad Ulthar scompare.

Il bambino lo cerca sconsolato per tutta la città, finché impietositi i cittadini di Ulthar gli spiegano dei vecchi crudeli e dei loro sanguinosi atti anti-felini: Menes precipita nella disperazione più nera, ma poi si rianima, e così, raccogliendo tutte le sue forze mentali, si rivolge al cielo con una lingua che “nessun villico poteva capire”.
La sua apparente richiesta provoca un curioso fenomeno atmosferico, e le nuvole durante la preghiera del bimbo assumono la forma di esseri umanoidi incoronati; poi la magia illusoria svanisce.

La notte dopo, i nomadi lasciano la città, e con loro tutti i gatti domestici e randagi della città. Gli animali riappaiono, poco dopo, schierati in una formazione dall’aspetto quasi militare, con l’evidente intento di voler accedere nel posto per loro più pericoloso, ovvero la baracca dei trucidatori. In seguito, tutti i gatti ricompaiono nella città, facendo ritorno ai focolari, alle piazze e ai cantucci; vivi, sani, vegeti e apparentemente più pingui. Nel frattempo, i vecchi ammazza-gatti sembrano esser spariti dalla circolazione; non si vedono più in giro, nè alcun suono giunge più dalla loro dimora, neanche gli urli dei gatti torturati in passato.
Il mistero rimane finché il sindaco, con alcuni altri coraggiosi cittadini, decide di entrare nella casa dei vecchi; qui li scopre, ridotti a scheletri scarnificati.

Scoppia un putiferio, anche se tutti sono un po’ sollevati per la fine degli indesiderabili; alla fine tutti discutono con tutti, e si decide all’unanimità di promulgare una legge che farà famoso il nome della città; proibito uccidere gatti.

Vedi anche[modifica]

Link esterni[modifica]


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