La Pantera Rosa (personaggio)

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Design moderno de La pantera Rosa.

La Pantera Rosa (nome originale: Pink Panther) è un personaggio fittizio dalle fattezze di una pantera antropomorfa maschio protagonista di vari cortometraggi animati, disegnato dagli statunitensi David DePatie e Friz Freleng nel 1963.

E', ad oggi, una delle icone dell'animazione piu' famose sebbene non sia nato per questo scopo: la sua prima apparizione è infatti come personaggio per la sigla del film in live action La Pantera Rosa diretto da Blake Edwards nel 1963. Accompagnata dall'iconica sigla The Pink Panther's Theme[1], la pantera ebbe un successo tale da ispirare una serie tutta sua di cortometraggi per distribuzione cinematografica.
Alla sua fama si è aggiunto un folto merchandise formato da giocattoli, peluche, portachiavi e brand di moda.

Fisionomia e carattere[modifica]

Pantera Rosa è una pantera maschio antropomorfa con l'anatomia caricaturale, filiforme e la postura plantigrade; è caratterizzata dalla pelliccia rosa shocking che ricopre tutto il suo corpo, piu' chiara solo sul muso, petto e pancia. Ha un muso allungato con un grosso naso rosso e triangolare, le orecchie piccole e tonde, gli occhi gialli, le zampe lunghe e magre dotate di artigli retrattili ed una lunga e sinuosa coda. Non indossa vestiti, tuttavia nei primi cortometraggi è vista fumare una sigaretta usando un lungo bocchino.
In uno dei suoi redesign piu' recenti, la Pantera indossa un cravattino rosso ed un doppiopetto fuchsia.

E' un tipo elegante, aristocratico e sofisticato, tutte caratteristiche che si riflettono bene nel suo aspetto e nelle sue sinuose movenze (accentuate dall'aspetto feral delle sue prime apparizioni). Nel crearlo, i suoi autori si sono ispirati a vari personaggi famosi: durante la fase di creazione infatti, gli animatori vollero creare un personaggio con l'eleganza di Cary Grant e l'impertinenza di James Dean; non essendo previsto nessun dialogo per la scena di apertura, venne dato al personaggio anche la mimica di Buster Keaton, facendo muovere il felino sulle note del motivo scritto da Henry Mancini che diventerà un vero e proprio cult.

Origini[modifica]

La Pantera Rosa, come appare nei titoli di testa del film del 1963.

Nel 1963, il regista Edwards, nel dare gli ultimi ritocchi alla sua commedia che vedeva protagonista Peter Sellers, pensò di aprire il film con una sequenza animata che avrebbe fatto da sfondo allo scorrere dei titoli di testa. Chiese così al team di animazione di DePatie e Freleng di inventare qualcosa di appropriato.
Il personaggio ed il tema di Henry Mancini insieme funzionarono, e diedero ai film di Edwards un importante tocco in più. Quando i titoli di apertura cominciarono a scorrere durante la prima, il pubblico balzò dalla sedia: la sigla raggiunse un successo tale che la rivista Time nel suo numero del 27 Aprile 1964 si espresse con queste parole: "Le animazioni dei titoli sono meglio del film".

Il film in sè aveva ben altro a che vedere con l'animale antropomorfo: la "Pantera Rosa" del film era invece un diamante.
Nella pellicola, la piccola principessa Dala riceve dal padre scià un enorme diamante, la Pantera Rosa, al cui interno sembra incisa una pantera saltellante. Più tardi i ribelli prendono il controllo del paese e Dala fugge rifiutando di dare il diamante al nuovo governo.

Qualche tempo dopo Dala, ormai bellissima donna, incontra Charles Lytton, ladro gentiluomo e il suo spavaldo nipote americano George, che ambisce come lo zio alla preziosa pietra. A seguirli c'è l'ispettore Clouseau, ufficiale della polizia francese celebre per la sua inettitudine, ma anche per l'innata capacità di risolvere, nel bel mezzo di situazioni caotiche provocate del tutto involontariamente, i casi più difficili e sua moglie Simone, segreta amante e complice di Lytton. Simone tenta così, nonostante la presenza del marito, di evitare George, innamorato di lei, e di aiutare Charles.

In una festa in costume nella villa di Dala, i due ladri tentano di rubare il diamante venendo colti in flagrante da Clouseau, che dà inizio ad una frenetica corsa con le auto per la città. Così i due ladri vengono catturati, ma alla fine, a causa di un intrigo ordito da Simone con la complicità di Dala, Clouseau si trasforma da accusatore ad accusato. Quando va in prigione è seguito da una schiera di ragazze innamorate.

Il successo della pellicola diede vita ad una serie di nove film, i quali erano tutti accompagnati da cortometraggi cinematografici con la pantera antropomorfa protagonista.

Cortometraggi classici[modifica]

Il la serie di cortometraggi del 1964, grazie ancora al tema musicale, diventa subito popolare e apprezzato: già il primo corto, The Pink Phink, si aggiudica un Academy Award. Seguiranno nel tempo ben altri 123 cortometraggi di successo, presentati tutti al cinema prima della proiezione di lungometraggi. I corti vennero trasmessi in TV a partire dal 1968.

Le storie si articolano in un mondo stilizzato, dove il reale è rappresentato con poche ed essenziali linee. Il protagonista compie azioni fuori dalle logiche comuni, che creano nello spettatore adulto un sorrisino divertito mentre anche i bambini ne apprezzano le situazioni buffe. La vittima ricorrente nelle sue storie è un ometto buffo e basso, la cui metà del corpo è costituita da un enorme naso e piccoli baffi: nei film l'ometto era la caricatura dell'ispettore Clouseau.

Con il procedere dei cortometraggi, il carattere della Pantera Rosa (dapprima semplicemente snob e tendenzialmente dispettosa) si arricchisce di nuove sfaccettature: la tenacia nel perseguire uno scopo o nel cercare un oggetto (per la qual cosa dispiega energie e mezzi assolutamente sproporzionati rispetto all'importanza - talvolta minima - del fine che si propone); la tendenza a sognare ad occhi aperti e a immaginare se stessa in qualche ruolo eroico o prestigioso (con successivo - e spesso maldestro - tentativo di mettere in atto il suo sogno); l'abitudine di intrufolarsi in ambienti che non le sono propri oppure in alloggi che non le appartengono, con la conseguente serie di inconvenienti e incidenti; un sentimento di tenerezza protettiva e paterna nei confronti delle creature piccole e indifese. In alcuni episodi il personaggio rivela anche una bella sensibilità ecologica, vissuta però senza alcun aggancio polemico ma con la sua consueta serenità un po' snob e un po' surreale.

Dapprima muta, la pantera acquista l'uso della parola solo nella serie del 1993 La Pantera Rosa.

Vedi anche[modifica]

Link esterni[modifica]

Referenze[modifica]

  1. The Pink Panther's Theme su YouTube.